L’impianto modulare di compostaggio di GFambiente: dal corretto trattamento dei rifiuti, la tutela del pianeta

GFambiente è un punto di riferimento in tutta Italia per aziende pubbliche e private e per Enti locali nella materia del trattamento dei rifiuti per la salvaguardia ambientale. Perché lo scarto può diventare risorsa per il pianeta. Ne è convinto assertore, da sempre, il professore Giulio Ferrari, fondatore della società emiliana e oggi punto di riferimento a livello internazionale in materia ambientale nonché tra gli estensori del DPR 158, il Regolamento recante le norme per l’elaborazione del metodo normalizzato per definire la tariffa del servizio di gestione del ciclo dei rifiuti urbani.

 

Sono diversi i servizi che GFambiente offre alla sua utenza, perfezionati e via via cresciuti in oltre tre decenni di attività. Tra questi, un laboratorio di analisi dedicato all’esame approfondito e specifico su matrici di rifiuto e scarti, che permette di qualificare sempre più il settore della gestione e del trattamento/smaltimento dei rifiuti. Insomma, innovazione tecnologica e ricerca scientifica come matrici d’azione aziendale accanto alla competenza tecnologica e informatica acquisita nel corso degli anni, con l’unico obiettivo di offrire un servizio completo, personalizzabile e all’avanguardia.

Un approccio che diventa evidente se si guarda alla punta di diamante della proposta GFambiente, l’impianto modulare di compostaggio per la gestione dei rifiuti organici di origine biologica. Perché è qui che si manifesta la capacità e la professionalità dell’azienda, ma soprattutto la lungimiranza e la costante attenzione al miglioramento che mette nella sua attività, non solo per proporre un servizio aggiornato ai propri clienti – d’altronde, è la stessa repentina evoluzione della materia a richiedere di stare al passo con i tempi – ma soprattutto per fare davvero del rifiuto una risorsa da sfruttare per la tutela ambientale.

 

“Il primo impianto modulare di compostaggio nacque 25 anni fa nella Repubblica di San Marino – ci racconta il dott. Riccardo Ferrari –, all’epoca si parlava poco o per nulla di impianti modulari di compostaggio; ma grazie all’esperienza maturata sul campo, il prof. Ferrari decise di avviare un progetto sperimentale con un primo modulo che via via, negli anni, è stato perfezionato e ampliato con altri moduli, fino a diventare un impianto capace di trattare il 100% del materiale organico proveniente dalla raccolta dei rifiuti urbani. Una soluzione di successo esportato col tempo in diverse realtà territoriali del nostro Paese, su tutte l’area laziale e campana.”

 

Dove sta la forza di questo sistema? Intanto proprio nella possibilità di personalizzare l’impianto sulla base delle reali esigenze del territorio su cui va a operare, attraverso l’aggiunta di moduli costruiti su misura – ovviamente si parla di realtà entro certe dimensioni in termini di numero di abitanti e quindi di quantità dei rifiuti prodotti da trattare. E poi nel principio di funzionamento stesso, un sistema di biofiltrazione brevettato capace di fornire la giusta percentuale di ossigeno alla massa putrescibile per favorire il processo di compostaggio. Nello specifico, l’impianto si caratterizza per una gestione delle emissioni secondo una tecnologia completamente nuova che assicura l’eliminazione di qualsiasi odore; bassi consumi energetici e contenuti costi di realizzazione e manutenzione; tempi di ritenzione del materiale brevi con possibilità di installazione in piccoli spazi e facilità di gestione e controlli automatici durante tutte le fasi di processo.

 

Ma quali sono le fasi di un processo di compostaggio? Ce le spiega brevemente il dott. Ferrari:

“Si parte ovviamente dalla corretta e puntuale raccolta differenziata dei rifiuti organici, sui quali per verificare l’assenza di eventuali scarti non biodegradabili si esegue un’attenta analisi merceologica.

A questo punto si procede alla formazione di un substrato mescolando gli scarti di mensa con i residui lignocellulosici ad alto contenuto di Carbonio (potature, trucioli di legno ecc.) per ottenere il giusto valore di rapporto carbonio/azoto e umidità.

Tale operazione consente di attivare correttamente il processo di biossidazione evitando possibili cause di anaerobiosi conseguenza disastrosa per il processo di compostaggio.

Terminate queste operazioni preliminari il substrato viene inserito all’interno del corpo della biocella e sottoposto ad areazione forzata, per attivare il processo di degradazione della frazione organica (mineralizzazione e umificazione).

Trascorsi circa 30 gg, il substrato (scarti di mensa + lignocellulosici) dall’interno dalla biocella viene scaricato in un’idonea piazzola dove in cumuli di adeguate dimensioni rimane per altri 30 giorni (fase di maturazione) per essere poi vagliato e inviato all’utilizzo finale come ammendante compostato misto.

 

Tutte le fasi del compostaggio vengono monitorate mediante un software specifico il quale oltre a verificare il corretto andamento del processo, in caso di anomalie, fornisce tutte le informazioni in tempo reale utili al ripristino della normalità.

 

Da ricordare che in Italia la trasformazione in compost delle frazioni organiche dei rifiuti per l’impiego come fertilizzante rappresenta una forma di recupero espressamente prevista dalla Direttiva 91/156 che menziona il riciclo/recupero delle sostanze organiche comprese le operazioni di compostaggio e altre trasformazioni biologiche.

I benefici di questa scelta sono tanti, per l’utenza stessa – in primis con una riduzione della Tari – e per l’ambiente, ovviamente. “La sostanza organica biodegradabile rappresenta infatti una risorsa fondamentale per il mantenimento degli equilibri tra il mondo vegetale e il mondo animale – conclude il dott. Ferrari –, ecco perché il riciclo degli scarti di mensa, agroalimentari e dei rifiuti provenienti dalla manutenzione del verde è una delle priorità da considerare nella gestione dei rifiuti urbani e assimilabili. Per questo ci siamo specializzati nella progettazione e realizzazione nella formula chiavi in mano di un impianto modulare basato su una innovativa tecnologia, di grande semplicità e affidabilità, in grado di fornire un prodotto facilmente manipolabile e riutilizzabile in agricoltura”.

Per maggiori informazioni sulle attività di GFambiente è possibile visitare il sito www.gfambiente.it.

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